Siamo tutti morituri in itinere ma non desideriamo certo accelerare la cosa. Nella cover figurano i morituri del rito della “rinnovazione” dell’indimenticabile B movie “La fuga di Logan” (1976). Un film che ho sempre tenuto in un “recanto” della mia memoria. Nel film gli adulti non superano l’età di 30 anni. La società distopica, governata da un infido computer, controlla con un diadema sul polso l’invecchiamento che con il passare degli anni cambia colore…sino all’epilogo finale; un mortale spettacolo chiamato Carousel. Il fragile ecosistema della comunità, scampata a chissà quale evento catastrofico mondiale, può esistere solo se il punto di equilibrio dei nati/morti rimane inalterato; trenta anni sono il limite massimo. Oggi ci viene spiegato candidamente (da un governo british-darwiniano) che i 75/80 anni sono un limite che un nuovo insidioso virus si incarica di sanzionare con la morte. Certo il virus pare non disdegnare elementi più giovani e forti, ma un po di perversione ubiquitaria rende il tutto più inafferrabile. Il film ha dato seguito a una prole generativa di serie tv e fumetti, ma fra le tante implicazioni socio-previsionali enunciate, noto con curiosità l’anticipazione di un fac-simile di App di Sesso on-line. Erano gli anni 70 e il mondo tutto sommato era sopportabile.
