Software behavorial, body-mapping, face recognition e posturali, tracciamento, geolocalizzazione, controllo dei movimenti finanziari e ogni sorta di diavoleria che i desideri degli autocrati possono desiderare. Oggi a Hong Kong per l’ennesima volta il desiderio mai sopito di imbavagliare l’opposizione e “normalizzare” questa regione speciale ha trovato l’ennesima spinta. Con la scusa della sovversione e del terrorismo il governo di Pechino effettua un altro giro di vite. Detenere capitali o società in tale regione rappresenterà un incognita. La Cina non è trasparente, e passi, ma soprattutto non è credibile quando vuol far credere al mondo che l’epopea del Coronavirus si sia svolta come loro hanno raccontato. Con Hong Kong avevano solo firmato un “armistizio silenzioso” ma adesso, pressati dagli USA, iniziano di nuovo a “marcare” il territorio. Quello che sta accadendo esemplifica plasticamente le tendenze in atto in tutto il mondo.
Al momento l’unico rimedio alle varie telecamere e software di controllo rimane un buon vecchio ombrello.
